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Risparmio: come avere aria fresca senza sprechi

di Paola Guidi

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6 Agosto 2008

Il consumo di un climatizzatore può variare da 400 a 600 chilovattora per un funzionamento di circa 500 ore, ma il valore può salire molto: dipende dal tipo e dalla qualità dell'apparecchio, dal tempo e dalle modalità d'uso. Con costi in bolletta che potrebbero pesare molto sul bilancio familiare.
Dal 2002 tutti gli apparecchi in vendita devono avere l'etichetta di efficienza energetica in base a una scala di consumi crescenti che va dalla A alla G. L'etichetta contiene anche il consumo in chilovattora all'anno (kWh/anno) in modalità di raffreddamento (calcolato mediamente su circa 500 ore all'anno), la potenza refrigerante e il livello di rumore in decibel: più è alto più è rumoroso, indice di una bassa qualità generale del climatizzatore.
Se l'apparecchio è dotato di pompa di calore, un dispositivo che serve a riscaldare a bassissimi consumi durante le messe stagioni, il valore di efficienza, il Cop, deve essere il più vicino possibile a 5.

La scelta
Un apparecchio di classe A consuma circa il 30-40% meno (anche se costa il 30% circa in più) degli altri modelli. Per essere sicuri che la "A" sia autentica e non fasulla bisogna controllare che sull'apparecchio ci sia anche il marchio Eurovent, la federazione europea dei produttori di apparecchi per il caldo e il freddo di qualità.
Un'altra garanzia è scegliere solo marche conosciute e non sotto i 500 euro. Quanto alla tipologia il condizionatore fisso, o split, è più efficiente e meno rumoroso di quello trasferibile che comunque può essere la soluzione più corretta per usi non frequenti e piccoli locali non troppo afosi.

C'è caldo e caldo
Ogni ambiente e ogni edificio hanno caratteristiche diverse come la collocazione geografica, l'esposizione al sole, l'isolamento di pareti e tetto, la quantità di finestre e solo un installatore può consigliare il modello su misura della situazione. Il climatizzatore deve essere in grado non solo di raffrescare ma anche di deumidificare, filtrare, depurare con la ionizzazione professionale e deodorizzare l'aria in entrata dall'esterno, soprattutto per zone inquinate.
Queste caratteristiche hanno un riflesso preciso sui consumi: la deumidificazione fa sentire meno l'afa ed è possibile con un basso livello di umidità tenere la temperatura di 2-3 gradi più alta. Il condizionatore tradizionale poi raffresca continuamente la stessa aria, perciò spesso si avverte un senso di disagio e di sonnolenza che richiede frequenti aperture delle finestre.Uno spreco enorme che si può ridurre con i filtraggi multipli dell'aria.

Inverter Dc o no?
L'inverter Dc è un'innovazione che ha la funzione di mantenere costante la velocità di funzionamento così da consumare tra il 25 e il 35% in meno rispetto agli altri modelli. Ma poiché l'apparecchio con Inverter Dc (attenzione solo se è del tipo Dc) è più costoso, è bene sceglierlo quando deve funzionare continuativamente e a lungo.

Uso intelligente
Ombreggiare le porte e le finestre, abbassare le tapparelle oppure chiudere le persiane quando il sole è alto altrimenti i consumi si impennano del 15-30%. Tenere l'apparecchio lontano da fonti di calore e non lasciare aperte finestre e porte. E di notte alternare il condizionatore al ventilatore a soffitto.

A conti fatti
L'acquisto di un condizionatore di classe energetica alta comporta una maggiore spesa iniziale, ma anche un risparmio sulla bolletta elettrica, sostiene l'Enea, l'ente per l'energia e l'ambiente. Per esempio un condizionatore di classe A rispetto a uno di classe C permette di risparmiare circa il 30% annuo sui consumi elettrici. Tirando le somme, nel caso di un modello split da 6 kW capace di raffreddare due o tre stanze per un totale di 40 metri quadrati utilizzato per otto ore al giorno nei tre mesi estivi, si spenderebbero in bolletta meno di 160 euro all'anno in classe A contro i 180-190 euro della classe C e i 190-200 euro della classe D (posto che un kWh costi 0,18 euro).


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